truffati ancora una volta dall'Enel

ancora una volta noi poveri cittadini non siamo tutelati dalle truffe dal nostro stato, le authority preposte ancora una volta hanno svolto egregiamente il loro compito di servile silenzio per l’ennesima truffa propinata a noi poveri italiani:

l’Enel ha proposto ai suoi clienti (quasi tutti quindi) la tariffa Bi-oraria, con una campagna pubblicitaria martellante sulle TV, giornali, telefonate a casa, volantini e inserzioni sulla carta stampata.

Con questa tariffa vengono prospettati risparmi non trascurabili spostando i propri consumi in determinate fasce orarie (notte e fine settimana) per non disturbare il fabbisogno energetico delle attività industriali italiane (che pagano il più alto prezzo in Europa per l’energia elettrica.

quello che non viene detto esplicitamente e in modo chiaro è il messaggio più importante, ovvero che affinché la tariffa Bi-oraria sia conveniente è necessario spostare in fascia ridotta oltre l’80% dei propri consumi elettrici

è sufficiente pensare alla percentuale con cui contribuiscono i frigoriferi o altri elettrodomestici ai consumi di elettricità per capire che è quasi impossibile spostare oltre l’80% dei consumi in fascia ridotta

ovviamente si è dovuta muovere il Centro di Tutela dei Consumatori per segnalare all’authority la pubblicità palesemente ingannevole (di sicuro non esaustiva) fatta dall’Enel

per fortuna che a casa mia non abbiamo aderito all’ennesima fregatura che ci hanno propinato

fonte: Enel: con la la tariffa “bi-oraria” la bi-fregatura

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…possibili strumenti di valorizzazione della biodiversità animale…

Riporto di seguito un articolo pubblicato su Agriregionieuropa, giornale online scientifico-divulgativo. L’articolo completo è consultabile cliccando qui.

La parola biodiversità indica la diversità biologica di un ambiente, intesa come numero di specie animali e vegetali differenti. La natura della biodiversità, fortemente legata a valori eterogenei (economici, ambientali e socio-culturali), rende tale risorsa funzionale allo sviluppo. Una sua corretta valutazione, tanto dal punto di vista genetico che da quello economico, dovrebbe essere preliminare a qualsiasi progetto di valorizzazione delle risorse genetiche animali nel contesto locale.
In Puglia, ove sono presenti numerose razze autoctone, la biodiversità assume un carattere rilevante e la sua tutela potrà rappresentare un possibile obiettivo delle future programmazioni di sviluppo locale. Le politiche di sostegno, a livello comunitario, nazionale e regionale, favoriscono la salvaguardia delle risorse locali con strumenti sempre più precisi e puntuali. Tuttavia, una corretta progettazione di piani di salvaguardia e sviluppo delle risorse genetiche animali dovrebbe comprendere in prima istanza una valutazione del valore delle risorse in oggetto, e successivamente una stima comparativa dei possibili interventi per verificare la convenienza ad intraprendere lo sforzo per recuperare il patrimonio genetico.

….

Dalla breve analisi degli strumenti analitici di supporto alla gestione delle risorse genetiche animali emerge, senza dubbio, la notevole complessità della valutazione e successiva tutela della biodiversità animale. Peraltro, tale obiettivo è ormai inscindibile da quelli a cui mira lo sviluppo sostenibile del territorio rurale.
La presente relazione è quindi uno spunto di riflessione per esperti e policy maker su alcuni dei numerosi aspetti da considerare nella pianificazione dello sviluppo locale. La situazione pugliese è molto esemplificativa per comprendere che la semplice osservazione del numero di capi, o una cieca rincorsa alla salvaguardia di razze “geneticamente già estinte” (quale potrebbe risultare la pecora Altamurana o ancor più l’Asino di Martina Franca), si tradurrebbe in uno sperpero di risorse.
Nonostante questi “pericoli” è doveroso concentrare parte degli sforzi politici in studi volti a comprendere il patrimonio genetico delle razze autoctone e pianificare corretti piani di salvaguardia e tutela realizzabili anzitutto da un punto di vista genetico e successivamente da quello economico-politico.

Fonte: http://agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=270

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il parlamento giapponese dubita che ci sia Al Quaeda dietro gli attentati dell'11 settembre

I telespettatori giapponesi hanno avuto il privilegio, l’11 gennaio 2008, di assistere in diretta ad una sorprendente audizione al Senato: il presidente di una commissione parlamentare ha riunito il Primo Ministro, i Ministri degli Affari Esteri, delle Finanze e della Difesa per fare loro constatare che, sei anni dopo gli attentati dell’11 settembre, non erano ancora in grado di spiegare i fatti e di confermare che gli attentati erano stati commissionati a partire da una grotta afgana. Riproduciamo l’integrale di questo crimine di lesa maestà degli Stati Uniti.

A partire dal mese di settembre 2001, il Réseau Voltaire s’interroga sulla responsabilità attribuita all’emirato non riconosciuto dei Talebani negli attentati dell’11 settembre 2001. Nel marzo 2002, Thierry Meyssan ha posto la questione politica della legittimità dell’intervento anglosassone in Afghanistan ed ha annunciato la successiva guerra in Iraq in un libro ormai celebre, “L’ Incredibile Menzogna”. All’epoca, la stampa dominante ha condotto una campagna per screditare l’opera riducendola ad una semplice inchiesta sugli attentati in sé stessi e passando sotto silenzio l’analisi politica che ne conseguiva. Sei anni più tardi, centinaia di personalità politiche e militari di primo piano, nel mondo intero compresi gli Stati Uniti, si sono schierati con queste tesi.

Dopo capi di stato in carica (lo sceicco Zayed degli Emirati Arabi, Bachar el-Assad in Siria, Hugo Chavez in Venezuela, Mahmoud Ahmadinejad in Iran, Fidel Castro a Cuba) il Parlamento del Venezuela ha espresso i sui dubbi, infine questo 11 gennaio è stata la volta di alcuni parlamentari giapponesi.

per leggere le domande poste dai parlamentari giapponesi clicca qui

fonte: ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE: IL PARLAMENTO GIAPPONESE PONE DELLE DOMANDE

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su internet con Vodafone: censurati

Vodafone oscura il sito dei Radicali: è pericoloso

Vodafone applica dei filtri sul traffico dati e le conseguenze sono che molti siti risultano irraggiungibili: uno di questi è il sito dei Radicali, che per quanto non siano condivisi da molti sicuramente non sono pornografici, pedofili, razzisti o quant’altro ci si propone di filtrare

è ancora una volta questa la situazione in cui si trova chi sceglie il proprio fornitore di accesso ad internet basandosi solo sulle informazioni pubblicitarie, spesso solo quelle fornite dagli spot televisivi

il mondo di internet è molto più complesso di quello che si crede e cadere vittime di offerte poco trasparenti, a volte al limite della truffa, è facile, specie per chi si improvvisa esperto solo perché passa ore a guardare la TV e conosce i prezzi delle ultime offerte di Tiscali, Vodafone, Fastweb, Alice etc…

io personalmente diffido dei grossi operatori: se spendono tanti soldi in pubblicità di certo non li sottraggono ai loro guadagni, ma più verosimilmente li sottraggono alle spese di manutenzione, alla formazione tecnica dei l loro personale, alla qualità del servizio offerto…

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Anna Politkovskaja

Vedo tutto io. E’ questo il mio problema. Vedo le cose belle e le brutte. Vedo che le persone vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a sé stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano. – Anna PolitkovskajaDiario Russo, 2003-2006


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il presidente Napolitano lo conferma: il patrimonio degli italiani non appartiene agli italiani

ci si era rivolti fiduciosi(??) e speranzosi al nostro caro presidente Napolitano, questo adorabile nonnino partigiano che ha così a cuore il futuro di noi giovani.

ci si era rivolti a lui sperando che potesse fermare la legge per cui nessuno, nemmeno noi italiani, potremo più pubblicare su internet immagini degli edifici che fanno parte del nostro patrimonio culturale (sarà illegale pubblicare una foto del colosseo e del David di Donatello)

ingenui,il presidente conferma, dall’alto della sua saggezza, che è giusto che si impedisca la diffusione della nostra cultura, che è giusto che se io voglio pubblicare la foto di un edificio che appartiene anche a me, per mantenere il quale pago le tasse… è giusto che essere orgoglioso delle bellezze italiane io debba pagare un ente privato dal quale ci guadagnano molti politici e mafiosi

grazie presidente

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98 miliardi di euro di evasione e nessuno ne parla!!!

Lo scandalo dei 98 MILIARDI DI EURO che le società concessionarie di slot machine devono allo Stato per tasse non pagate sembra arrivare ad una svolta.
Il 7 gennaio scorso infatti, al termine dell’inchiesta svolta dalla Corte dei Conti, la Procura regionale del Lazio della Corte ha depositato una serie di citazioni davvero impressionante: roba da far risparmiare allo Stato una cifra vicina a tre manovre finanziarie.
Dal sito de L’Espresso:

“Sul banco degli imputati ci saranno anche i dirigenti dell’Aams, l’Agenzia autonoma dei Monopoli di Stato, che hanno permesso ai concessionari di violare impunemente la convenzione con l’Agenzia. La capolista indiscussa nella classifica delle contestazioni è certamente Atlantis World. La multinazionale titolare di tre casinò nelle Antille si vede contestare ben 31 miliardi e 390 milioni di euro. Seguono a una certa distanza gli altri nove operatori: Cogetech con 9 miliardi e 394 milioni di euro; Snai con 8 miliardi e 176 milioni, Lottomatica con 7 miliardi e 690 milioni; Hbg con 7 miliardi e 82 milioni; Cirsa con 7 miliardi e 51 milioni;
Codere con 6 miliardi e 853 milioni, Sisal con 4 miliardi e 459 milioni; Gmatica con 3 miliardi e 167 milioni e infine Gamenet con 2 miliardi e 873 milioni”

La richiesta dei danni erariali più grande della storia portata alla luce inizialmente da due giornalisti del giornale genovese “Il Secolo XIX” e rese nota al grande pubblico da un servizio di Striscia la Notizia e dal blog di Beppe Grillo.
Mentre ti aspetti che su uno scandalo di proporzioni bibliche come questo partano programmi di approfondimento, inchieste giornalistiche e che l’informazione aggiorni costantemente i cittadini sul procedere delle indagini ti ritrovi invece nel sostanziale silenzio mediatico con la stragrande maggioranza delle redazioni dei quotidiani nazionali e dei principali tg tutti belli allineati in silenzio per non gettare benzina su un focolaio che, per interessi economici incrociati, gli si potrebbe ritorcere contro.
Un esempio?

Lottomatica

Ma ve la immaginate un puntata di Porta a Porta su un tema scottante come questo?
In Italia sarebbe “fanta giornalismo”..

Via | Espresso

fonte: ridateci i nostri soldi

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segregata per un mese da tre di scientology

segregata da un mese in una villetta sul monte, seminuda, su un materasso infestato da insetti: così la “curavano” tre di Scientology. Arrestati per sequestro di persona, tutti e tre francesi. La vittima, 47 anni, di Parigi, è ora in ospedale: ha problemi fisici e una grave depressione.

Il responsabile di Scientology Antonello Marras dichiara:

sapevamo: lei ha problemi di salute, è stata portata in Sardegna dal fratello per trovare un po’ di serenità

La polizia invece sta compiendo accertamenti sul patrimonio della vittima che, essendo cospicuo, fa sospettare che i tre la volessero “convincere” a finanziare Scientology

fonti:Nuoro: liberata francese sequestrata da tre connazionali appartenenti a Scientology

la notizia è tratta dal Corriere della Sera di martedì 22 gennaio 2008

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occupare tutto l'occupabile

Soltanto in un paese marcio e mitridatizzato dalle fondamenta qualcuno può accogliere l’ordinanza dei giudici di Santa Maria Capua Vetere su Mastella & famiglia con alzate di spalle, «Così fan tutti», «Embè, dove sta il reato?». Passi per Mastella e per la sua corte, passi per il suo avvocato il quale teo­rizza addirittura che il compito della politica è occupare tutto l’occupabile: imputati e difensori si difendono come possono, hanno persino (almeno in Italia) il diritto di mentire. Ma che pure persone non coinvolte nell’affare liquidino i fatti narrati nell’ordinanza come ordinaria amministrazione rientrante nella «discrezionalità della politica» senza che la magistratura possa mettervi becco, lascia di stucco.

È vero, il clamore suscitato dall’inchiesta faceva pensare a elementi ancor più gravi (in quel caso il gip avrebbe usato la galera, non i domiciliari): ma solo l’assuefazione al peggio può far dire che non c’è nulla di «penalmente rilevante». Mastella ripete di non aver «mai preso tangenti in vita mia», come se questo bastasse a metterlo al riparo dal codice penale.In realtà esistono, nel codice, svariati reati che non richiedono passaggi di denaro. Le mazzette, nel «sistema» denunciato in Campania, sono superflue: è tutto uno scambio di favori «in natura». Io ti mando in quel posto e ti lascio licenza di rubare: un po’ come i corsari di sir Francis Drake, autorizzati dalla Regina a tenersi il bottino. Insomma un conto sono le esigenze cautelari, giudicate in un modo dal Gip e suscettibili di diversa analisi al Riesame e in Cassazione, un altro la rilevanza penale. L’ordinanza parla di «concorsi pubblici vinti non dai candidati meritevoli, ma esclusiva mente da quelli sponsorizzati da Camilleri (Carlo, imprenditore, consuocero di Mastella e presidente dell’Autorità di bacino del Sele, ndr) e dal suo partito», con «falsificazione delle graduatorie». Se la cosa fosse provata, sarebbe abuso d’ufficio, il reato di chi viola leggi o regolamenti per procurare ad altri ingiusto danno o vantaggio.Nel sistema sannita le tangenti non servono. È tutto uno scambio di favori tra amministratori.Il gip parla di cause «aggiustate» al Tar e al Consiglio di Stato, tramite giudici compiacenti: pure questo, se provato, è reato. La giustizia, anche amministrativa, dev’essere uguale per tutti. Anche per i non-Udeur.

L’ordinanza racconta di primari «nominati dai direttori generali dell’Asl non in base a capacità professionali, ma di indicazioni fomite da esponenti Udeur» («noi non teniamo un ginecologo?», domanda il ministro quando viene nominato il fratello di un forzista). Idem per le nomine di 11 direttori dei parchi e di 5 collaboratori fissi dell’Arpac. Se è così, anche questi sono abusi d’ufficio; leggi e regolamenti stabiliscono che, per fare il primario (o altra funzio­ne pubblica) occorrono requisiti precisi, cioè competenze professionali, dalle quali parrebbe esclusa la tessera dell’Udeur. Il direttore pressato dai Mastella, Luigi Annunziata, spiega che «l’ospedale già sta male e le persone che stanno intorno a Clemente sono tutti peggio di me» e lui non può abbassare ancora il livello dei primari sistemando il neurochirurgo della signora Mastella, «uno sconosciuto che tiene 56 anni».

A Cerreto Sannita, Mastella reclama l’assessorato ai lavori pubblici e, per far pressione sul sindaco, incarica – secondo l’accusa – i suoi uomini in Regione per chiudere il rubinetto dei finanziamenti al piano d’insediamento produttivo nel comune. Se è così, questa potrebbe essere concussione: il reato del pubblico ufficiale che abusa della sua qualità o funzione per costringere o indurre qualcuno a dargli o promettergli «denaro o altra utilità» (un posto chiave, per esempio).

Ma c’è una complicazione, tutta italiana: la giurisprudenza nostrana ha stabilito che, se la contropartita ottenuta dal pubblico ufficiale con le sue minacce è un provvedimento votato in consiglio regionale, i consiglieri che l’han votato non sono punibili (come i parlamentari, immuni per i «voti dati»: una giurisprudenza «domestica» che contrasta con la Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d’Europa, che punisce anche chi vota in un certo modo in cambio di soldi o di favori).

Se invece la contropartita non è frutto di un voto in Regione, ma di una normale azione amministrativa, allora il discorso cambia: se i finanziamenti a Cerreto erano fissati per legge e sono stati bloccati in attesa della nomina dell’assessore, chi li ha bloccati può aver commesso abuso d’ufficio, od omissione di atti d’ufficio, o concussione in caso di minacce.

Più arduo sarà dimostrare la concussione di Mastella ai danni di Bassolino: ti boicotto la giunta se non nomini chi voglio io allo Iacp di Benevento. Il boicottaggio della giunta sarebbe avvenuto tramite assessori e consiglieri che gli votavano contro o disertavano le sedute, cioè con attività che – almeno in Italia – sono ritenute insindacabili, cioè immuni. Se però fosse provato che, per premere, fu addirittura sciolto indebitamente l’Asl di Benevento per far designare a commissario un fan di Mastella, l’abuso e la concussione sarebbero teoricamente configurabili.

Ps. Tutto ciò avveniva nel Casertano, la provincia più avvelenata dall’emergenza rifiuti. Ma non risultano telefonate di Mastella & C. per minacciare qualcuno affinché rimuovesse il pattume (eppure l’Udeur ha l’assessore regionale all’Ambiente). Tutto rientrava nella «discrezionalità della politica», tranne la monnezza.

Marco Travaglio

quando una persona a noi cara avrà bisogno di essere curata e morirà per l’ennesimo caso di malasanità, ricordiamoci come mai in italia fra i medici che prestano servizio nel servizio pubblico ci sono così tanti incompetenti (anche se la loro incompetenza non è esattamente come quella di un cattivo parrucchiere e chi fa morire delle persone per delle proprie colpe assomiglia più ad un assassino che ad altro…)

un mio zio (fervido sostenitore di Forza Italia) dice che il “familismo” non è un male per gli italiani e che la la colpa che eventualmente si potrebbe imputare a Mastella è di “familismo”

non lo condivido per niente, la colpa degli italiani siamo noi stessi che non riusciamo a vedere poco oltre i nostri miseri interessi immediati senza renderci conto del pantano – o baratro – verso cui ci dirigiamo.

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lezioni di storia…

che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia è la più importante di tutte le lezioni della storia – Aldous Huxley

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