il capitalismo è compatibile con l'umanità?

DI SUSAN ROSENTHAL
Thomas Paine’s Corner

Il problema centrale per il capitalismo è come creare profitto, non come sviluppare il potenziale umano

Volete sapere un segreto? Una mente umana sana è incompatibile con il capitalismo. Lasciatemi spiegare.

La scienza ci dice che la mente non può essere ridotta ad una semplice attività del cervello. La mente viene creata e sostenuta da una complessa danza tra gli esseri umani. Tagliata fuori dalle relazioni sociali la mente perde la sua capacità di funzionare. La prova di ciò viene dai bambini sottratti alle relazioni sociali e dagli adulti mantenuti in isolamento o soggetti a privazione sensoriale.

Per più del 95% della storia umana la gente ha vissuto in piccole e cooperative società. In queste ultime migliaia di anni la nostra specie ha subito una stupefacente evoluzione culturale. I nostri cervelli non sono biologicamente cambiati ma è cambiato il modo in cui li usiamo.

Mentre la gente raggruppava le proprie esperienze e accumulava il sapere da una generazione all’altra le loro menti evolvevano. Con l’evoluzione delle loro menti essi crearono nuovi accordi sociali che venissero incontro ai loro mutati bisogni.

Il capitalismo blocca questo processo creativo. Mentre il sapere continua ad accumularsi esso non viene condiviso. E mentre alcune persone evolvono molte altre vengono ricacciate indietro. Il problema centrale per il capitalismo è come creare profitto, non come sviluppare il potenziale umano. Per massimizzare il profitto il capitalismo deve distruggere le relazioni umane e soffocare il potenziale umano.

Più veniamo divisi e isolati e maggiore è la ricchezza che può essere generata per coloro che sono al vertice. Qualunque forma di collettivismo è una minaccia al sistema, dall’organizzazione dei sindacati alle richieste di servizi sociali finanziati dal governo.

Invece di usare le nostre menti per risolvere i problemi comuni, le usiamo solo per decidere quale frazione dell’elite ci dominerà. Invece di lavorare insieme per migliorare i nostri standard di vita, fatichiamo per arricchire l’elite. Invece di proteggere noi stessi e di proteggerci gli uni cogli altri, combattiamo le loro barbare guerre per il profitto.

La mente umana crolla sotto tali condizioni. Epidemie di rabbia, ansia, conflitto interpersonale e profondo scoraggiamento creano un oceano di miseria umana. Aggiungendo oltre al danno anche la beffa questi segni di malattia sociale sono anche etichettati come “problemi personali” e “malattie mentali”.

Per preservare se stesso il capitalismo deve bloccare l’infinito potenziale della mente umana. E intendo davvero infinito. Non c’è limite al numero di modi in cui potremmo organizzare le nostre vite e la società.

Un cervello umano medio contiene circa 100 miliardi di cellule nervose, o neuroni. Ogni neurone ha circa 10.000 connessioni con i suoi vicini. Se considerate che ciascuna di queste connessioni può essere accesa o spenta, il numero di possibili schemi di emissione del segnale [firing patterns] risulta maggiore del numero di particelle note nell’universo. Se poi aggiungete i differenti modi in cui ogni mente umana può connettersi con gli altri 6 miliardi di menti umane sul pianeta… beh, credo abbiate capito.

Il capitalismo ha bloccato l’umanità in una gigantesca routine storica e ci ha ingannati sino a farci pensare che questo sia il meglio che possiamo fare, che abbiamo raggiunto la fine della nostra storia. Non è affatto così! Abbiamo a malapena iniziato ad esplorare il nostro potenziale. Eppure, se lasciamo fare al capitalismo non completeremo mai questo compito.

Non possiamo permettere che ciò accada. Abbiamo creato il capitalismo, ma possiamo cambiare e sostituirlo con qualcosa di molto migliore.

Susan Rosenthal è un medico praticante. È autrice di “Market Madness and Mental Illness” (1998) and “POWER and Powerlessness” (2006). Contribuisce a Cyrano’s Journal Online ed è membro della National Writers Union, UAW Local 1981. Può essere raggiunta tramite il suo sito Web: www.powerandpowerlessness.com
Il suo blog: www.powerandpowerlessness.typepad.com
O via e-mail: susanRosenthal@bestcyrano.org

Titolo originale: “The Infinite Potential of the Human Mind”

Fonte: http://www.bestcyrano.org/
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un insetto che sembra un angelo

fonte: http://www.vogliaditerra.com

link: http://www.vogliaditerra.com/archivio/ultimavolta/angelo.html

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un uomo che ha risolto il problema degli incendi

Avete mai sentito parlare di Tonino Perna? Quest’uomo è stato presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte dal 2000 al 2005 ed è riuscito, in quel periodo, nell’eccezionale impresa di far scendere dell’80% la quantità di incendi in quella zona della Calabria. Sì, lo so, è un periodo poco in voga per parlare di fiamme, e magari i grandi media non trovano un motivo per farlo, ma mi piace andare in controtendenza. Seguitemi e vi spiegherò meglio.

Il metodo ideato da Perna è semplice quanto efficace: affidare appezzamenti di parco a cooperative e associazioni con un contratto di responsabilità, ovvero pagare la cooperativa anticipando solo la metà del compenso e legare l’assegnazione dell’altra metà alla capacità di evitare incendi. Funziona? Già ve l’ho detto: certo che sì. Anche perché solo con lo 0,2% di superficie bruciata si rischia di perdere il 10% del compenso, fino ad arrivare al 50% se ad andare in fiamme è l’1% dei boschi assegnati. Un motivo più che valido per porre fine a questa idiozia ecomafiosa.

Ora vi starete chiedendo se Perna è stato decorato al valore civile o se è stato designato a più importanti cariche. Macché, niente di tutto questo. Tonino Perna è disoccupato e il suo sistema è stato abbandonato. Perché? Semplice, le regioni preferiscono investire milioni di euro in costosi elicotteri che invece di intervenire alla radice del problema, agiscono sugli effetti, ovvero vengono utilizzati per spegnere gli incendi. In poche parole il sistema Perna costa troppo poco. Strana Italia… Via VerdeNero Blog. Per un approfondimento ascolta Ecoradio. Foto Flickr.

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Herman Hesse

Non credo di essere io responsabile del fatto che la vita abbia o non abbia un senso; credo invece di essere responsabile di ciò che riesco o non riesco a fare della mia propria ed unica vita. ( Herman HesseReligione e Mito )

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beni, merci e PIL

quasi ogni giorno ci informano, ci aggiornano tramite i mezzi di controllo di massa sull’andamento della nostra economia.

Dobbiamo sorbirci i dati sull’andamento del PIL, sul debito pubblico e sul rapporto deficit/PIL.

Ma quanti di noi hanno la minima idea di cosa siano? quanti credono di saperlo? quanti si rendono ridicoli parlandone, talvolta infervorandosi? quante scelte di vita vengono fatte in funzione di questi concetti di cui non sappiamo il significato? quanti sacrifici, economici, sociali, familiari?

non ho minimamente intenzione di parlarne in questo articolo, sarebbe un argomento troppo vasto per farlo in questa sede (e poi è giusto che chi vuole approfondire certi concetti si dia da fare, si assuma la responsabilità di cosa leggere e cosa credere, possibilmente usando il proprio cervello)

però ho letto una frase che può essere interessante:

il concetto di “merce” è completamente diverso dal concetto di “bene”. Se la nonna accudisce suo nipote, produce un “bene”, ma fa diminuire il PIL, perché quella famiglia non si rivolge al mercato per sopperire ad un bisogno (Edoardo Zarelli)

i concetti di economia che ci propinano e che insegnano nelle facoltà di economia dovremmo conoscerli e valutarli, non accettarli passivamente e farci influenzare da questi nella nostra vita; l’economia “ufficiale” non ci azzecca quasi mai e produce continuamente situazioni conflittuali, miseria, guerra e abomini( malattie inventate con relative cure che uccidono per davvero).

Il motivo per cui l’economia “ufficiale” non funziona è semplice: sono sbagliati i suoi assiomi e i suoi principi fondamentali, tutti gli errori e gli orrori conseguenti non sono altro che ovvie conseguenze.

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Josh Billings

Il guaio con la maggioranza della gente non è la sua ignoranza, ma il fatto che non sa di essere ignorante. – Josh Billings

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ammastellato

Beppe Grillo è stato querelato dal ministro testimone di nozze di un boss mafioso (Mastella)

in merito alla querela così si esprime Grillo:

la querela mi fa piacere, vuol dire che Clemente Mastella sarà finalmente costretto a chiarire in un pubblico dibattimento se ci sono state interferenze nell’inchiesta Why Not e chi le ha avviate. Siamo tutti curiosi…

Ma perché è stato querelato Grillo? Perché ha espresso questi tre semplici concetti:

  1. La magistratura è stata fermata dalla politica
  2. Una volta con Falcone e Borsellino si usava il tritolo
  3. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia

Dato che li condivido ho deciso di “ammastellarmi” anch’io…

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la mia prima simultanea

ieri ho giocato la mia prima simultanea a scacchi contro due avversari (Bruno e Nicola) ed ho vinto su ambedue le scacchiere!!

è vero che un avversario (Nicola) non è affatto al mio livello, però l’altro (Bruno) è bravo…

di questa notizia non gliene fregherà niente a molti però io ne sono stato contento…

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ancora su Mastella

Avvertenza: questa è una storia di quelle che innervosiscono il contribuente già stanchino di foraggiare con i suoi soldi gli sprechi di pochi eletti. Quindi se siete di cattivo umore pensando alla vicina scadenza fiscale non leggetela neppure.

E’ una storia che io farei iniziare dal blog di Clemente Mastella, anzi dall’ultimo post nel quale il ministro esprime solidarietà ai redattori del giornale dell’Udeur, Il Campanile.

Clemente non lo scrive apertamente, ma si riferisce al fatto che alla redazione del quotidiano l’altro giorno è arrivata la polizia giudiziaria, spedita nell’ambito dell’inchiesta Why not.

Bene, si spera che i poliziotti abbiano trovato quello che ha trovato anche il nostro collega Marco Lillo, e che sarà pubblicato su “L’espresso” domani.

Vale a dire che il quotidiano dell’Udeur (finanziato da tutti noi in ragione di 1.153.000 euro l’anno per 5.000 copie scarse vendute) ha usato i suoi soldi nel seguente modo:

* 40 mila euro versati a Clemente Mastella stesso per collaborazioni giornalistiche.

* 14 mila euro per l’acquisto di torroncini di Benevento spediti dai coniugi Mastella agli amici.

* 12 mila euro versati allo studio di Pellegrino Mastella, figlio di Clemente.

* 98 mila euro per viaggi e trasferte di Sandra Mastella (moglie), Pellegrino Mastella (figlio), Alessia Mastella (nuora) ed Elio Mastella (figlio).

* 1.150 euro per beni acquistati al centro commerciale Cis di Nola da Sandra Mastella.

* 4.000 euro per la benzina del Porsche Cayenne di Pellegrino Mastella.

* 36.000 euro per un contratto con la società Acros, di cui è socio al 50 per cento Pellegrino Mastella.

E così via: fino all’assunzione come giornalisti al Campanile di Pellegrino e Alessia Mastella, e altro ancora.

Chi vuole leggersi tutta la storia la trova qui

fonte:I torroncini di Clemente

P.S.

e nel più assordante silenzio mediatico la magistratura indaga Bassolino per gli appalti concessi alla “famiglia” di Mastella: LE INCHIESTE SULLA POLITICA

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Se potessi avere…1000 € al mese…!

Ritengo importante pubblicare integralmente l’email con la quale l’ADI invita studenti, dottorandi, ricercatori e tutte le persone sensibili alla tematica della ricerca pubblica ad aderire alla petizione che vorrebbe cercare di spingere verso una direzione di maggiore efficienza del sistema italiano di ricerca universitaria.

Ciao,
Con questa e-mail l’ADI (Associazione dottorandi e dottori di ricerca
Italiani) ti informa degli sviluppi della campagna “Se potessi avere
1000 Euro al mese…” ( www.dottorato.it/milleeuro).

Abbiamo ormai superato la quota delle 10.000 firme e la petizione può
quindi essere presentata direttamente al ministro Mussi, al quale
abbiamo chiesto un incontro.
Il Ministro dovrebbe riceverci a breve; in quell’occasione gli
consegneremo anche i testi delle oltre 2000 cartoline che i firmatari
della petizione gli hanno inviato nel frattempo, grazie all’iniziativa
“Non mandarlo a dire, mandagli una cartolina”
(www.dottorato.it/milleeuro) a cui ti abbiamo invitato a partecipare con
un’e-mail qualche tempo fa.

Non solo. Recentemente, grazie all’impegno dell’ADI, il ministro Mussi
in un’intervista rilasciata a La Repubblica TV
(http://it.youtube.com/watch?v=wWY2e6X5-eE) si e’ nuovamente impegnato
(dopo che gli abbiamo fatto arrivare una domanda in diretta) ad
aumentare le borse già dal prossimo anno e a varare una riforma del
dottorato che ne rafforzi il valore anche nel mondo del lavoro.

Siamo fiduciosi che il nostro incontro con il Ministro serva a chiudere
la nostra campagna nella maniera che tutti desideriamo.

Continuiamo a farci sentire!

Ti aggiorneremo ancora non appena ci saranno novità. Speriamo presto…

Giovanni Ricco (segretario ADI)
Francesco Mauriello (presidente ADI)
P.S.: se non lo hai ancora fatto non dimenticare di mandare anche tu la
tua cartolina al ministro!

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