Bill Gates aiuta veramente l'Africa?

I soldi di Billy avvelenano l’Africa?

di Luca Annunziata

Roma – Ma quale filantropo? La Bill & Melinda Gates Foundation serve ai coniugi più ricchi del mondo a scaricare tasse e coscienza ma non serve a quell’Africa che dicono di voler salvare. Anzi: crea un danno. La pesantissima accusa arriva dal Los Angeles Times, che torna ad attaccare le scelte filantropiche del fondatore di Microsoft a meno di un anno di distanza da una precedente offensiva.

la felice coppiaIn buona sostanza, dice il LA Times, Bill e sua moglie hanno sì donato 8,5 miliardi di dollari per la causa del Global Health, ma hanno anche imposto limiti e condizioni precise per come questi soldi debbano essere spesi: ci sono fondi per i costosi farmaci anti-AIDS, ma non per semplici attrezzature mediche per rifornire i malridotti ospedali africani.

Così succede che i bambini muoiano perché manca una valvola per l’ossigeno da 20 euro, oppure che le loro mamme, affamate e senza cibo, non riescano a tenere nello stomaco la raffica di pillole ingerite per combattere l’HIV. Per non parlare di tutti coloro che all’ospedale non ci arrivano neppure, mancando i mezzi di trasporto.

bimbiMa c’è un altro aspetto della faccenda, ancora peggiore secondo il LA Times: la cospicua disponibilità di fondi per la lotta all’AIDS ha spinto moltissimi medici a dedicarsi esclusivamente alla ricerca e alla cura della sindrome da immunodeficienza acquisita. Lo stesso dicasi per gli infermieri, in un circolo vizioso che ha sottratto importanti forze alla già traballante macchina sanitaria africana.

Insomma la Bill Gates & Melinda Foundation, ma anche altre organizzazioni come la GAVI Alliance e il Global Fund (che incidentalmente nel titolo dell’articolo non vengono menzionate), si sarebbero nascoste dietro una foglia di fico fatta di vaccinazioni e pillole costose, per mascherare la pioggia di detrazioni fiscali che garantiscono ai rispettivi fondatori e ai loro ingenti patrimoni. E l’Africa – accusa il quotidiano californiano – sta peggio di prima.

In attesa di cordiale riscontro della Fondazione, il Los Angeles Times augura buon natale e felice anno nuovo.

Luca Annunziata

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Il governo non si dimentica di noi giovani… e ci abbassa le pensioni

Riforma delle pensioni: ecco cosa succederà!

Dal 2008 e fino al giugno 2009 per ottenere la pensione di anzianità, oltre ai 35 anni di contributi, occorrerà aver compiuto anche 58 anni di età. Dal 1° luglio del 2009 saranno introdotte le cosiddette quote …
…. dal 2010 saranno rivisti al ribasso i coefficienti che trasformano in pensione la somma accumulata durante la vita lavorativa per chi avrà la pensione con il calcolo contributivo. E’ questo, in sintesi il quadro che emerge dalla lunga trattativa governo-sindacati svoltasi nella notte tra giovedì e venerdì. …

DONNE E GIOVANI – Nulla di nuovo sull’età di vecchiaia per le donne che resta quindi fissata a 60 anni. …

Dal 2010, infine, scatteranno i nuovi coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione con il metodo contributivo, la pensione che percepiranno i giovani, coloro cioè che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996 in poi. Non si tratta di una vera e propria novità, in quanto già la legge Dini del 1995 ne prevedeva la revisione ogni 10 anni, sulla base dei risultati dell’andamento demografico. Cosa che nel 2005 non è però avvenuta. I nuovi coefficienti, messi a punto dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale già nel luglio del 2006 e che saranno rivisti automaticamente ogni tre anni, prevedono la riduzione del 6-8% di quelli attuali.

Domenico Comegna

20 luglio 2007

Per consultare l’articolo intero clicca qui

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Aziende dal volto umano

Aziende dal volto umano

«Potevano licenziarmi un anno dopo l’incidente, non l’hanno fatto. Anzi, mi hanno dato un posto di lavoro in portineria. Sono contento e voglio ringraziare di cuore i titolari dell’Aquafil, Carlo e Giulio Bonazzi».

Carlo Corraini, 46 anni, torbolano, operaio Aquafil dal 1980, azienda specializzata in specializzata in fibre sintetiche e tecnopolimeri, era stato vittima di un terribile incidente stradale il 22 settembre 2006. Stava viaggiando sul suo scooter quando un’auto gli aveva tagliato la strada, l’impatto era stato durissimo: femore destro fracassato, frattura complessa dell’avambraccio e del polso, trauma cranico, 9 costole e 15 denti rotti. Quattordici mesi di calvario e sofferenze non ancora finite: la gamba destra ingabbiata dal 22 giugno 2007 con il rischio di poterla ancora perdere. Carlo Corraini sorretto dall’affetto e dalla dedizione della compagna ha saputo andare avanti.

A un anno dall’incidente, sempre «in malattia» per l’azienda, pensava di essere licenziato, la legge lo prevede. Ma poi, il 28 novembre, quella lettera inattesa: «Si presenti al lavoro con mansioni di portineria». È l’Aquafil che lo rivuole in fabbrica, non più come operaio, non potrebbe, ma in portineria. «Non mi hanno considerato un numero – dice Corraini – in tempi nei quali ogni occasione è buona per licenziare mi hanno voluto tenere. Sono proprio riconoscente, mi hanno fatto solo del bene». Aquafil peraltro non gli aveva mai sospeso lo stipendio, Corraini era stato pagato mese dopo mese. «A fine estate – continua l’operaio – giravano chiacchiere che mi avrebbero licenziato ma il capo del personale mi ha detto di non ascoltarle: mi hanno fatto visitare dal medico e poi mi hanno spedito la lettera di assunzione. Il mio avvocato mi ha detto che è una cosa mai vista».

Al suo rientro in azienda ad attenderlo, oltre ai colleghi e agli amici, c’erano i Bonazzi in persona con tutta la dirigenza per salutarlo e incoraggiarlo. «Voglio ringraziare tutti – conclude – i colleghi per l’aiuto che mi danno e i superiori della mia compagna, pure lei operaia Aquafil, perché le hanno concesso ore e giorni di permesso per seguirmi nelle cure e nelle visite».

La notizia è ripresa dal quotidiano L’Adige. Dopo il pastaio che dà un aumento di 200 euro (non richiesto!) a tutti i suoi dipendenti, è un’altra bella storia che fa piacere leggere. Grazie dunque a Carlo e Giulio Bonazzi, titolari dell’Acquafil.

fonte: aghost
link: Aziende dal volto umano

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Cosa succede al tuo corpo quando ti bevi una Coca-Cola

  • Nei primi 10 minuti: 10 cucchiaini di zucchero colpiscono il tuo organismo (100% della razione giornaliera raccomandata). La reazione immediata a questa dolcezza così eccessiva sarebbe il vomito ma ciò è impedito dal fatto che l’acido fosforico diminuisce il sapore permettendoti di mantenere la bibita nello stomaco
  • 20 minuti: la tua glicemia schizza in alto causando un massiccio rilascio di insulina. Il tuo fegato risponde trasformando tutto lo zucchero che può “catturare” in glicogeno (zuccheri di riserva per il corpo) e grasso.
  • 40 minuti: la caffeina è stata assorbita completamente. Le pupille si dilatano, la pressione del sangue aumenta e come risposta il tuo fegato rilascia altro zucchero nel sistema circolatorio. I recettori cerebrali dell’adenosina si bloccano per prevenire la sonnolenza.
  • 45 minuti: il corpo aumenta la produzione di dopamina stimolando il centro del piacere del cervello. E’ lo stesso meccanismo di azione della cocaina…..
  • >60 minuti: l’acido fosforico lega il calcio, il magnesio e lo zinco nell’intestino, causando un ulteriore spinta al metabolismo. Inoltre le alte dosi di zucchero e la dolcezza artificiale aumentano l’escrezione urinaria di calcio.
  • >60 minuti: le proprietà diuretiche della caffeina entrano in gioco. E’ ora assicurato che con le urine verranno eliminati il calcio, il magnesio e lo zinco che erano in realtà destinati alle ossa, oltre al sodio, a vari elettroliti e all’acqua.
  • >60 minuti: dopo l’eccitazione iniziale si avrà un crollo della glicemia. Potresti diventare irritabile e/o apatico. Avrai anche eliminato con le urine tutta l’acqua presente nella bibita, ma non prima di averla infusa con preziosi nutrienti che il tuo corpo avrebbe potuto usare per scopi fondamentali: idratare i tessuti, rafforzare le ossa e i denti.

Tutto questo sarà seguito nelle prossime ore da un crollo della caffeina. Ma….fatti un altra Coca-Cola, ti farà sentire meglio.

Nota: il nemico non è la Coca-Cola bensì la combinazione di dosi eccessive di zucchero unite alla caffeina e all’acido fosforico. Questa combinazione la si può trovare nella maggior parte delle bibite gassate.

fonte: SpippolAzione

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Dreaming California…still today!

Riporto un articolo (purtroppo) interessante, scritto da Beppe Servergnini e pubblicato sul Corriere della sera due anni fa, ma ancora attuale, a quanto pare!

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…Sono appena rientrato dall’America e, una volta ancora, li ho incontrati: astronomi e ingegneri, biomedici e neurologi, esperti di robotica e oceanografia. Ucla, Cal, Jpl, Nasa, Scripps: le migliori istituzioni scientifiche californiane sono piene di italiani. Spesso non è facile, per loro. La preoccupazioni e le restrizioni seguite all’11 settembre hanno reso più difficile ottenere il “clearance” (nulla osta) per lavorare nei centri di ricerca americani. Ma i nostri ricercatori sono disposti a sopportare anche questo, pur di avere un’opportunità.

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I nomadi hanno patria: ma la patria, purtroppo, se ne dimentica. Mi diceva un ingegnere laureato a Padova, ora professore a Cal (California State University): «Qui negli Usa il mio “pacchetto di partenza” era un fondo di mezzo milione di dollari. In Italia sarebbe stato un blocco d’appunti e una biro». Raccontava un neurologo a San Diego: «Nei congressi medici, i professori italiani sono gli unici che si presentano con un assistente quarantacinquenne incaricato di appendere i poster».

Malinconico? Di più. Preoccupante, se fossimo ancora capaci di preoccuparci. È bello che studiosi e scienziati vadano all’estero (è bello per tutti, a dire il vero). Ma devo andarci sereni: per conoscere, imparare, migliorare; e, magari, tornare. Invece molti ci vanno amareggiati, e in testa hanno un biglietto di solo andata. Una vera politica per il ritorno non è stata fatta. Il successo all’estero è una cosa che nelle università e nelle aziende italiane bisogna farsi perdonare.

Sono cervelli in fuga col mal di fegato: l’anatomia non consente questi prodigi, ma l’Italia sì. Articoli come questo appaiono da anni sui giornali, ma non cambia niente: i soldi per la ricerca sono pochi; i collegamenti industria-università restano deboli; i concorsi in cui tutti sanno chi vince continuano, imperterriti. L’Italia – quella del sud più di quella del nord – sta esportando il meglio di una generazione. Ma che importa, ai geniacci del «Progetto Sansone»? Loro un buco lo troveranno sempre: sotto un’architrave, tra le rovine di due colonne.

>>

L’articolo completo è visionabile al link http://www.corriere.it/solferino/severgnini/05-06-16/01.spm

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da Ubuntu a Xubuntu

dopo l’installazione di Ubuntu, digitare da terminale

sudo apt-get install xubuntu*

e basta….

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animali brutalizzati

sul sito PETA TV (www.petatv.com) sono pubblicati molti video che mostrano quello che le nostre fonti di condizionamento di massa non avranno mai il coraggio di mostrarci: animali scuoiati vivi per strappargli la pelliccia, maiali bolliti ancora vivi per poi lavorarne le carni, tori cui vengono strappati i testicoli (il tutto ovviamente con l’animale perfettamente cosciente)….Gli abomini che sono documentati sono tantissimi, e onestamente ne ho visti solo alcuni, vederli tutti non è poi così facile.

Spero che qualcun altro vada su questo sito e si documenti, perché è solo per la nostra fottuta ignoranza che possono accadere tutte quegli avvenimenti per i quali ci indigniamo.

Ci dovremmo indignare per non averlo saputo prima, per non aver fatto nulla per impedirlo, per non averlo detto a nessun altro….

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Joseph Pulitzer

Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per se’ non e’ forse sufficiente, ma e’ l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri. (Joseph Pulitzer)


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la battaglia di Barletta

a Barletta si verificò il primo episodio della resistenza partigiana contro gli occupanti tedeschi, in un’Italia lasciata in balia di se stessa dai gerarchi fascisti e dalla monarchia che non seppero far i meglio che scappare (il re a sud, il duce a nord).

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il lavoro uccide

Ieri alla Scala è stato osservato un minuto di silenzio per i morti bruciati vivi dell’acciaieria di Torino. Poi si è dato il via a Wagner. Il presidente Napolitano era reduce dalla celebrazione dei cento anni della Mondadori. La casa editrice dello scrittore D’Alema assegnata allo psiconano grazie alla corruzione di giudici da parte di Previti.
Le massime autorità erano presenti con modelle coscialunga e tette a balconcino.Pertini sarebbe corso all’ospedale di Torino nel reparto grandi ustionati. Avrebbe trascorso la notte con le famiglie. Ma 1500 morti all’anno valgono bene una prima alla Scala.
Il Governo dovrebbe indire un Consiglio dei Ministri straordinario per misure urgenti sulla sicurezza sul lavoro, ma il Governo non ha neppure il coraggio di ricevere il Dalai Lama. Quando si muore per gli estintori vuoti e per turni di 16 ore il proprietario va messo in galera senza passare dal via e si chiude temporaneamente la fabbrica. Un Governo di centro sinistra, con due sindacalisti alla presidenza di Camera e Senato e un sindacalista ministro del Lavoro fa rimpiangere Berlusconi.
Si scannano per giorni per un soldato caduto in Afghanistan, che non dovrebbe essere lì, e ignorano una mattanza che dura da anni. Perchè? Io non so darmi una risposta. La legge Maroni ha aumentato l’insicurezza, chi è precario e lavora per pochi mesi non ha tempo per imparare e il padrone non ha interesse a investire in formazione. La massa di immigrati irregolari, che sono spesso le prime vittime e che non è opportuno mettere in regola. La mattina chi è disoccupato non mangia, ma chi è occupato lascia la famiglia per rischiare la vita. La probabilità di ricevere una ispezione è la stessa di vincere al Superenalotto, una ogni trent’anni. Siamo primi assoluti in Europa per incidenti mortali. L’organizzazione Transparency International nel suo ultimo rapporto colloca l’Italia seconda in Europa per la corruzione dei partiti politici, ci salva la Bulgaria. Primi per assassinati sul lavoro e secondi per partiti corrotti, ci sarà un legame?

tratto dal blog di Beppe Grillo:  Lavorare uccide

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