L’ex Presidente del Consiglio ed ex Ministro Giuliano Amato ha affermato che “Craxi sarà ricordato come un grande statista ed un grande politico” e che, all’epoca, “il pronunciamento della Procura di Milano contro la depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti fu atto deplorevole”.
Peccato che Amato ometta di ricordare che Craxi morì da pregiudicato latitante che si era sottratto alla giustizia e alle leggi del suo Paese, avendo maturato due condanne definitive (5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese) e varie altre che stavano per diventarlo (3 anni in appello per la maxitangente Enimont, 5 anni e 5 mesi in primo grado per le bustarelle dell’Enel, 5 anni e 9 mesi in appello per il Conto Protezione). Posso anche accettare l’idea che Craxi sia stato uno statista che, ad esempio, ha difeso l’autonomia del nostro Paese contro gli Stati Uniti (vedi caso Sigonella), ma certo egli era uomo corrotto e ladro.
Nessuna grandezza di statista potrà mai permettere di cancellare i suoi atti di corruzione ed i suoi furti ai cittadini italiani. La Magistratura individuò infatti 50 miliardi sui conti personali svizzeri Northern Holding e Constellation Financière, più quelli (mai visti né calcolati) bloccati a Hong Kong perché quello stato non ha mai risposto alle rogatorie. Di questi, guarda caso, una parte fu versata da Berlusconi: ben 21 miliardi versati fra il 1990 e il ’92, estero su estero, trasferiti dai suoi conti svizzeri (“All Iberian“) ai conti svizzeri di Craxi (“Constellation Financiere” e “Northern Holding”). Ciò dopo che Craxi ebbe ad emanare un decreto (detto “Decreto Berlusconi“) che permetteva di trasmettere su tutto il territorio nazionale, pur in assenza di assegnazione delle frequenze.
ENI, “codice etico” e Servizi Segreti
Notizia tratta dal portale Indymedia al link:
http://piemonte.indymedia.org/article/5520
In una surreale seduta Straordinaria del Consiglio di Amministrazione dell’ ENI (che trovate trascritta ed in originale) evocato il nome d’un fantomatico giornalista (Altana Pietro) e dei nostri Servizi Segreti Italiani
Stà scritto lì, nero su bianco, nel verbale del C.d.A. dell’E.N.I.:
“… l’11 giugno 2004 Abb denuncia alcuni manager dalla sua filiale milanese di occultamento di perdite di 70 milioni di euro e rassegna al PM Francesco Greco due nomi di propri dipendenti, tali Carlo Parmeggiani e Piarantonio Prior, che sarebbero coinvolti anche anche in una tangente al manager di Enipower Larenzino Marzocchi.Mi chiedo per quanti anni ancora sarebbe andata avanti tale forma e genere di crimine se non ci fosse stata nel marzo 2004 l’indagine del professionista della stampa Altana Pietro (fonte ritenuta vicina ai Servizi Segreti) che ha fatto indagini su Enichem, Enipower, ABB; se non ci fosse stata la denuncia al Magistrato da parte di Abb, mi chiedo come possa essere motivato una tale procrastinazione di delittuoso comportamento, per altro verso una pluralità di commissionari, senza che, in più anni e sistemi di controllo aziendali interni siano riusciti ad intercettare alcunché…”.