il giudice delle trasmissioni televisive
per un clamoroso equivoco un sistema nato per dare un prezzo agli spot pubblicitari si è elevato quale giudice dell’intera informazione televisiva anche di quella giornalistica. La società Auditel è nata a Milano nel 1986 per pubblicare l’ascolto delle trasmissioni televisive.
I dati Auditel vengono elaborati tramite un rilevamento statistico, la televisione e la radio non sono media a due canali ed non è possibile dunque essendo l’utente un fruitore passivo determinare esattamente quanti stiano guardando un determinato programma. Per ovviare a questo problema la società ha installato presso un preciso campione statistico un apparecchio denominato Meter, inizialmente erano 2400 famiglie italiane salite a 5100 famiglie, un campione inferiore alle 14.000 persone di cui non è dato sapere nemmeno la disposizione sul territorio nazionale. Il dato statistico è su un campione così esiguo e soprattutto male assortito secondo chi contesta i dati del rilevamento da presentare una percentuale d’errore troppo elevata.
Alcuni studi effettuati da istituti di statistica indipendenti hanno evidenziato la totale inattendibilità dei dati forniti con il sistema di rilevazione adottato, sbilanciato a favore del “duopolio Rai-Mediasetâ€. La contestazione dei dati Auditel è cominciata, in maniera organica, con un’inchiesta di Giulio Gargia sul settimanale Cuore, allora diretto da Stefano Disegni. Il giornalista riuscì a intervistare una ventina di famiglie del panel Auditel. Dalle testimonianze emersero rilevanti distorsioni nell’uso del meter che rendevano inattendibile i dati immessi già dalla loro formazione.
Un episodio clamoroso, finito sulle prime pagine de La Repubblica e La Stampa fu quello del 15 luglio 2000, quando, secondo i dati Auditel, tra le 21,03 e le 21,18, più di tre milioni di persone avevano la TV sintonizzata su RAI Uno. In quel momento, però, sui monitor c’era solo il segnale orario per oltre un quarto d’ora. Infatti a quel ora sui monitor di RAI Uno, dopo l’interruzione per pioggia di un programma all’aperto condotto da Mara Venier e Katia Ricciarelli, è andato in onda l’orologio del segnale orario per oltre 15 minuti.
Altro caso misterioso e ancora inspiegabile è quello verificatosi con Telecapri, l’emittente campana più seguita secondo l’Auditel. Dal 16 al 18 dicembre 1998, il segnale dell’emittente fu interrotto da un provvedimento della magistratura, che la mise sotto sequestro. I trasmettitori furono sigillati. Sulle frequenze di Telecapri non c’era nulla, nemmeno il solito monoscopio con i Faraglioni. Eppure i dati Auditel dicono che l’avevano vista, in media, 50mila spettatori al giorno con picchi di 450mila nella notte tra le 2 e le 6 tra il 17 e il 18 dicembre.
Il campionamento Auditel era stato concepito in epoche in cui vi era solo la Tv analogica. Il sistema fatica ad inseguire una realtà in continuo cambiamento tecnologico con spostamenti continui degli utenti verso il digitale satellitare, il digitale terrestre, il digitale via cavo, la web-tv e la Tv via telefono mobile ed ulteriori possibilità come la Tv on-demand.
L’Auditel non è quindi rappresentativo della popolazione italiana, ma semplicemente un dato ricavato da una base statistica non solo insufficiente, ma anche malamente selezionata. Come sostenuto da molte piccole emittenti che contestano anche il fatto che la RAI in molte zone soprattutto montane è l’unico segnale ricevibile in quanto la legge italiana prescrive che il segnale statale deve essere ricevibile in tutto il territorio nazionale anche la dove non sia economicamente vantaggioso trasmettere (è la motivazione per cui si paga il canone).
Questo rilevamento nato per motivazioni differenti, soprattutto palesemente errato, nonché oscuro nelle modalità stesse e nella reale distribuzione dei Meter è il giudice di ciò che noi vediamo in TV. Quindi prima di chiedervi se siano gli italiani ad essere “rincoglioti†per la spazzatura che guardano, chiedetevi se realmente stanno seguendo certe trasmissioni o semplicemente una buona parte delle famiglie campione si sia dimenticata semplicemente la TV accesa prima di uscire o si sia addormentata semplicemente di fronte a una noiosa e scialba trasmissione domenicale e non.
Loris Modena
fonte: Tutte le bugie dell’Auditel: come ci fanno credere che…