“Buonasera…
Buonasera… ho paura… non fate così che ho paura a parlare… Sono contento di parlare insieme ad altri giornalisti perché i giornalisti non sono una categoria molto popolare, giustamente. Rappresento una categoria che è quella dei giornali che non hanno praticamente scritto niente su questa giornata e quindi saranno costretti a inseguire nei giorni prossimi perché non si sono accorti di quello che stava succedendo, come spesso accade, ma vi posso assicurare che non siamo tutti così. Un esempio è Ferruccio, Massimo è più che un giornalista. Vorrei ricordare Lirio Abbate, un giornalista di Palermo sotto minaccia della mafia per aver scritto il libro “I complici” con Peter Gomez dove si fanno i nomi dei complici della mafia. Il fatto che la mafia lo abbia subito individuato non depone molto a favore della categoria perché vuol dire che molti altri quei nomi non li hanno mai fatti, altrimenti la mafia dovrebbe minacciare tutti e non ce la farebbe, nemmeno lei.
Si parla molto di legalità , di certezza della pena, di tolleranza zero. Se n’è parlato anche oggi e chi non è d’accordo, naturalmente? Sono tutte cose bellissime, infatti Previti è stato condannato a 7 anni e mezzo e ha fatto quattro giorni e mezzo di carcere. Su sette anni e mezzo, quattro giorni e mezzo. Per liberare lui, che tra l’altro era già libero perché era agli arresti domiciliari, ne hanno liberati circa 50.000 l’anno scorso, una mossa anche astuta se ci pensate: per liberarne uno ne mettiamo fuori altri 50.000 così non si nota tanto che abbiamo messo fuori lui. Era meglio dire “mettiamo fuori lui, ma gli altri li teniamo dentro”, ma siamo amministrati da gente molto astuta.
Naturalmente, se la certezza della pena esistesse la pena verrebbe scontata in carcere e non in Parlamento e invece, purtroppo, ci sono persone che scontano la pena in Parlamento. Se le parole avessero un senso, Andreotti non lo chiamerebbero senatore a vita ma prescritto a vita, perché è stato prescritto e non assolto. Se la legalità fosse un valore non si intesterebbero strade a Bettino Craxi, o al massimo… o al massimo, come ha detto Claudio Sabelli Fioretti, se proprio volete intestategli una tangenziale che almeno ci si ricorda qual era la sua attività .
E’ successo, quest’estate, un episodio che riguardava l’onorevole Mele, quel genio che essendo reduce dal Family Day ha due famiglie, naturalmente, due mogli e quando va con le squillo… due alla volta anche le squillo. Si è scoperto che, quando non era ancora parlamentare ed era solo vicesindaco del suo paese, era stato arrestato per concussione perché pigliava le tangenti e poi andava a giocarsele al Casinò di Montecarlo. Appena Casini ha notato questo promettente giovanotto lo ha subito annesso all’UDC e l’ha subito candidato per le liste per un posto sicuro in Parlamento. Appena scoperto che andava a puttane lo ha espulso. Quindi la regola è: rubate fin che volete che c’è posto per voi, l’importante è che non andiate a puttane o se andate a puttane non fatevi beccare. Questa è la lezione che se ne trae.
Su Mastella non voglio aggiungere cose perché è già stato abbastanza massaggiato nella giornata di oggi ma vorrei ricordare che… si è vero: non lo si massaggia mai abbastanza… ma nessuno ricorda, nel libro di Abbate e Gomez c’è, che Mastella, come Casini, è un talent scout. Aveva notato un
ragazzino a Villabate, in provincia di Palermo, molto promettente: era presidente del consiglio comunale di Villabate che è stato sciolto per mafia; poi è stato ricostituito il consiglio comunale, lui era di nuovo presidente, è stato di nuovo sciolto. Questo ragazzo si chiama Francesco Campanella ed è il braccio destro del boss di Villabate che si chiama Nino Mandalà . Poi, a tempo perso, faceva il politico in consiglio comunale naturalmente nell’UDEUR. Mastella l’ha voluto premiare, perché questo ragazzo meritava un premio, dunque l’ha fatto segretario nazionale dei giovani dell’UDEUR. Io non so se esistano questi giovani dell’UDEUR ma il segretario nazionale esiste ed è Campanella. Campanella adesso è in galera perchè è un mafioso e quando si è sposato aveva come testimoni di nozze da una parte Mastella e dall’altra Totò Cuffaro. Pensate che matrimonio: in mezzo c’è un mafioso, da una parte il futuro ministro della Giustizia e dall’altra il futuro governatore della Sicilia. Recentemente hanno beccato il sindaco di un paesino vicino a Napoli che andava a 200 all’ora con la macchina. L’hanno fermato hanno cercato di levargli dei punti dalla patente e lui, naturalmente, ha detto: “Lei non sa chi sono io!”. Il poliziotto ha detto: “Lo so benissimo chi è lei, è il sindaco di quel paesino” e lui ha risposto: “Riferirò al mio segretario, che è anche ministro della Giustizia”, minacciandolo. Dopo di che ha chiesto: “Di che corpo siete?” “Siamo dei Carabinieri” “Peggio per voi! Avevo deciso di costruire una caserma dei Carabinieri e adesso non la costruisco più“. Questo è un altro esponente del partito del nostro ministro della Giustizia.
E qui mi taccio perché Mastella merita rispetto: ha subito un vile attentato recentemente. Stava dormendo sottocoperta nello yacht di Diego Della Valle quando, proditoriamente, un terrorista ha tagliato gli ormeggi allo yacht che è andato alla deriva. Io voglio dire: bisogna essere proprio stupidi, se ci pensate. Fare un attentato a Mastella nell’unico momento in cui non nuoce, perché sta dormendo! Ma lascialo dormire sperando che duri il più a lungo possibile, questo letargo! Invece sono andati a svegliarlo così ha ricominciato a fare danni.
Dico ancora due cose, poi me ne vado, credo che siate provati visto che siete in piedi da qualche ora. In questi giorni si parla molto di Rudolph Giuliani, che ha una pessima fama perchè in Italia lo conosciamo solo dalla cintola in giù. Lo conosciamo soltanto come il sindaco di New York che inseguiva i graffitari, gli spaccavetrine, gli imbrattamuri. Non ci ricordiamo che c’è anche un Giuliani dalla cintola in su che era procuratore di New York, collaborava con Giovanni Falcone e ha messo in galera tutti i capi della mafia americani e quando ha finito con loro si è dedicato ai reati finanziari e ha messo in galera tutti i capi della Borsa di New York. Se avete visto il film di Michael Douglas “Wall Street” sapete di cosa parlo: si vedono tutti i banchieri che finiscono dentro uno dopo l’altro e in inglese “indulto” è una parola intraducibile quindi quando li portano dentro vuol dire che ci rimangono. I reati finanziari in America sono una cosa seria: c’è gente che è stata condannata a 90 anni per Enron. In Italia la pena massima per i reati finanziari, se proprio ti va di sfiga, è la presidenza del Consiglio. E’ molto diversa la situazione. Rudolph Giuliani, quando è diventato sindaco, era noto per aver arrestato i mafiosi e i banchieri: ecco perché poteva rivolersi agli spaccavetrine credibilmente.
Adesso mi voglio prendere qualche fischio, perché ne ho abbastanza degli applausi: Cofferati avrà tanti difetti ma ha cominciato le battaglie sulla legalità non quando è diventato sindaco di Bologna. Quando era segretario della CGIL ha portato tre milioni di persone in piazza per difendere la legalità sui luoghi di lavoro contro i licenziamenti facili dell’articolo 18. Questo non va mai dimenticato perché è un po’ diverso dagli altri sindaci che scoprono l’illegalità dei lavavetri mentre fanno entrare nelle loro città Salvatore Ligresti con due condanne perché faccia le sue speculazioni, e sto parlando del sindaco di Torino Chiamparino e del sindaco di Firenze Domenici.
Il ministro Amato si candida ad essere il Rudolph Giuliani d’Italia. Grillo vi ha già detto da dove arriva: non faceva il procuratore di New York ma il braccio destro di Craxi e non aveva mai capito dove si trovasse. Poi c’è un “Amatino” un piccolo Rudy Giuliani un certo assessore Cioni, che voi non avete la fortuna di avere ma i fiorentini sì, è il capo del dalemiani di Firenze, il quale all’improvviso, dato che la moglie è stata insultata da un lavavetri, ha fatto un’ordinanza per stabilire che chi lava i vetri commette reato. Il reato qual è? Mancata osservanza dell’ordinanza del sindaco. Adesso non si capisce bene quali vetri si possano ancora lavare, a Firenze. Voi immaginate uno che sta lavando il vetro della sua macchina: teoricamente anche lui incorre nel divieto. con la pompa dell’acqua la domenica. Non si capisce dove stia il reato di uno che lava il vetro. C’è chi dice: “ma il lavavetri ti minaccia” ma quello è il reato di minaccia e c’è già senza bisogno dell’ordinanza. “Ma quello ti riga la macchina”, il danneggiamento è già vietato. L’atto di lavare il vetro non può essere reato. Cos’hanno fatto? Hanno detto “non si lavano vetri ai semafori”, tant’è che un assessore leghista di Treviso ha detto che loro hanno risolto il problema dei lavavetri con le rotonde: non ci sono più semafori e come fanno a lavare i vetri? Si ma io ho già visto quelli coi pattini…
Noi giornalisti siamo bravissimi a farci le pippe se l’ordinanza è di destra o sinistra, se Cioni è il nuovo Giuliani, se è fascista o comunista cacciare i lavavetri. Nessuno si è chiesto se l’ordinanza funziona o no, per lo scopo che si prefigge. Vi dico soltanto che la pena per chi vìola l’ordine del sindaco di Firenze è tre mesi al massimo di arresto non di custodia cautelare, ma dopo il processo! Quindi devi prendere il lavavetri il flagranza di spugnetta, sequestrare spugnetta e secchiello, portarli nell’ufficio corpo del reato del Tribunale che diventerà un hangar, iniziare le indagini preliminari, fare l’udienza preliminare, poi il processo di primo grado e intanto bisogna sperare che il lavavetri stia sempre lì sulla panchina davanti al Tribunale in attesa della sentenza perché se taglia la corda non lo becchi più: non sai dove abita e non sai come si chiama ovviamente. Il processo va avanti, dura dieci anni, impiega una decina di giudici, pubblici ministeri, avvocati, cancellieri, poliziotti e alla fine cosa succede? Se è ancora lì che aspetta gli notifichi la condanna di un mese con la condizionale, cioè non va in galera, oppure la multa, e lui ti dice di essere nullatenente quindi non la paga. Il risultato è che lo Stato ha speso un’ira di Dio di soldi per il processo, alla fine non succede assolutamente nulla. Qual è l’unico risultato? Che l’assessore Cioni è finito sui giornali per una settimana come il nuovo Rudolph Giuliani e non ha risolto minimamente il problema! Questo è il fatto.
Allora come si risolvono questi problemi? Facendo fatica, facendo politica, facendo delle norme che servano, delle politiche sull’immigrazione di integrazione o anche di repressione nei confronti dei clandestini, identificarli, prendere le impronte. Se è razzismo prendere le impronte a loro, prenderle anche agli italiani, anche a tuti noi e anche il DNA, così ciascuno avrà il suo nome e non potrà dare false generalità . Questo lo si fa investendo soldi e non finendo sui giornali. Oppure politiche di integrazione: perfino Gianfranco Fini aveva fatto una proposta, cioè il diritto di voto agli immigrati, anche se non sono cittadini, alle elezioni comunali. La Russa, spaventato dalle proteste della Lega Nord e della stessa base di AN, ha precisato che l’importante è che l’extracomunitario non abbia condanne e nemmeno processi in corso. Che è, in un Paese come la Norvegia una norma perfetta. Ma in Italia in quale lingua spieghi a un extracomunitario che per poter eleggere un pregiudicato deve essere incensurato?
Chiudo. Perché partono dai lavavetri e dagli ambulanti? Perché se partissero dall’alto come Rudy Giuliani si svuoterebbe il Parlamento, si dimezzerebbe la commissione antimafia, si svuoterebbe Confindustria, si svuoterebbero varie associazioni di categoria di persone molto importanti. Perché Montezemolo vuole cacciare chi paga il pizzo e non chi paga le tangenti? Perché tanto chi paga il pizzo non si sa chi è e quindi non succede assolutamente niente. E’ come Cioni, Montezemolo: è finito sui giornali facendo bella figura a costo zero.
Il presidente del comitato di controllo di Mediobanca è Cesare Geronzi che ha più processi in Tribunale che capelli in testa. E’ sotto processo per la Parmalat, per la Cirio, è condannato in primo grado per il fallimento dell’Italcase-Bagaglino ed è imputato a Palmi per usura. Questo fa il presidente del comitato di vigilanza di Mediobanca. Nessuno, tranne Di Pietro, ha chiesto le sue dimissioni. E’ da quelli che si dovrebbe cominciare con la tolleranza zero, se si avesse la possibilità di farlo.
Vi voglio dire un’ultima cosa: quello che stiamo facendo oggi non è inutile. Ci sono piccoli segnali di cambiamento. A Venosa la Pro Loco con denaro pubblico ha dato 6.000 euro a Fabrizio Corona per andare alla notte bianca, tremila persone hanno raccolto firme contro e sono andati a contestare questo cialtrone in piazza. Viva i ragazzi di Venosa!
Fastweb ha come testimonial Valentino Rossi. Quest’estate, dopo che si è scoperto che Rossi deve 112 milioni di euro al fisco è stata subissata di mail di ragazzi che in pieno agosto hanno scritto “noi cambiamo gestore se voi non togliete Rossi come testimonial. E’ un altro bel segnale. Purtroppo noi giornalisti siamo ancora indietro quindi il TG1 e il TG5, che stasera non ci sono, hanno regalato a Valentino Rossi il messaggio a reti unificate dal suo caminetto di Londra. Se Valentino Rossi fosse in America il messaggio a reti unificate lo manderebbe da Sing Sing sperando che qualche televisione glielo trasmetta e credo che non la troverebbe.
Non è inutile quello che stiamo facendo perché Previti quando dopo quindici mesi è stato finalmente cacciato dal Parlamento all’inizio di agosto, ha dato un’intervista a un giornale e ha detto: “Sapete chi mi ha cacciato dal Parlamento? Travaglio e Grillo“. Devo dire che prima mi sentivo molto inutile; da quando Previti mi ha dato questo bel riconoscimento mi sento un po’ meno inutile!
Vuol dire che bisogna continuare a battere su questi tasti e succedono le cose. Per il resto, speriamo che Cuffaro e Dell’Utri lavino qualche vetro e così vedremo in galera anche loro. Buona serata, ciao!” Marco Travaglio
fonte: Travaglio ministro della Giustizia
il video lo trovate su YouTube: V-Day – Bologna, 8 settembre 2007 – Marco Travaglio